mercoledì 4 dicembre 2013

Salerno, Brescia, Bergamo città metropolitane? Perché non Isernia allora...

"Anche Brescia, Bergamo e Salerno potrebbero diventare città metropolitane, in aggiunta ai dieci centri (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria più Roma che in quanto Capitale avrà però uno status speciale) già inseriti nella legge di riforma del ministro Graziano Delrio. L’annuncio è stato dato dalla ex relatrice della legge, la deputata del di Forza Italia Elena Cementero, che si è dimessa dall’incarico dopo l’annuncio del voto contrario dei berlusconiani. Con questo provvedimento scomparirebbe l’ente Provincia che sarebbe sostituita a pieno regime dalla città metropolitana entro il 1 luglio del 2014" [Corriere del Mezzogiorno].

La discussione parlamentare appena iniziata sulla riforma dei territori dimostra tutta la sua debolezza. Tra le varie proposte quella di allargare il numero delle città metropolitane a Salerno, Brescia e Bergamo, oltre le 10 già previste nelle regioni a statuto ordinario. E perché allora non tante altre, magari fino a trasformare tutte le province in città metropolitane?
Gli interessi di bottega allontanano il disegno di legge dalla finalità precipua della riforma: attribuire alle aree metropolitane gli strumenti necessari per gestire le grandi problematiche urbane. 

Ma quali sono le grandi aree metropolitane? Se si guarda all'estero si vedrà come le città metropolitane previste in ogni Stato sono pochissime (due in Russia, tre in Germania, una in Austria). E noi in Italia vogliamo farne dieci, o quindici? Ma sì, così alla Conferenza internazionale delle città metropolitane avremo l'onore di far sedere il sindaco metropolitano di Berlino e Mosca con quello di... Salerno.

PS: non se la prendano i cittadini di Isernia o Salerno, ma credo che il buon senso che alberga in voi sia in grado di distinguere le esigenze della metropoli da quelle dei vostri, tra l'altro stupendi, territori.

mercoledì 31 luglio 2013

Città metropolitane senza metropolitana?

La legge italiana prevede una lista di 14 città metropolitane. Dieci di esse appartengono a Regioni a statuto ordinario:
1) Roma
2) Milano
3) Napoli
4) Torino
5) Bari
6) Bologna
7) Firenze
8) Genova
9) Venezia
10) Reggio Calabria
Quattro appartengono a Regioni a statuto speciale (in realtà soltanto a Sicilia e Sardegna) e sono definite con legge regionale:
11) Palermo
12) Catania
13) Messina
14) Cagliari



Ma aldilà della legge, cosa rende tale una città metropolitana? Sicuramente un numero elevato di abitanti, un'alta densità abitativa, un ruolo qualificato nei servizi ai cittadini. La dimostrazione che una città abbia una dimensione metropolitana è anche il suo sistema di trasporti e - perchè no? - la presenza della Metropolitana.
La Metropolitana è una infrastruttura che, per definizione, viene edificata nelle conurbazioni, ossia in aree urbane agglomerate. La sua presenza è sintomatica per intuire la qualificazione (metropolitana o meno) della città su cui insiste.

In Italia la metropolitana è presente solo a Milano, Roma, Napoli, Torino, Brescia, Genova, Catania. Le ultime due non raggiungono i 10km di lunghezza; solo le prime tre hanno almeno due linee di trasporto su ruota.
Facendo un confronto con la lista delle città metropolitane ricavabile dalle leggi italiane, soltanto 6 tra queste detengono una rete metropolitana; Brescia, che invece ne possiede una, non fa parte della lista. A questo punto, bisogna ripensare la lista delle città metropolitane? Forse sì, se le parole hanno un senso.

venerdì 26 luglio 2013

Città metropolitana di Roma: quali confini?

La grande questione dei confini delle future città metropolitane, a cominciare da quella di Roma, assume sempre più rilievo: non appare davvero pensabile che la Città Metropolitana possa corrispondere pedissequamente all'ex Provincia su cui insiste. Questo ragionamento è valido ancor più laddove la Provincia in fase di abolizione sia composta da un numero considerevole di Comuni o comunque copra un territorio assai vasto, composto anche da molte aree "di provincia" che hanno esigenze assai diverse da quelle della metropoli.
Analizzare il territorio della provincia di Roma è esemplificativo, nonché necessario, per poter suggerire soluzioni utili al processo di costituzione di una Città Metropolitana di Roma Capitale, che sia omogenea e funzionale.

(La geografia della provincia di Roma - clicca sull'immagine per ingrandire)

La Provincia di Roma è composta da ben 121 Comuni, oltre 4 milioni di abitanti, ed è estesa per 5'352 kmq. Il "problema" della provincia di Roma è sempre stata la Capitale, ossia questo soggetto ingombrante che ha monopolizzato il peso dell'assemblea con i suoi 2,6 milioni di abitanti: Roma, da sola, costituiva (e ancora oggi costituisce) il 65% dell'intera provincia. Ovviamente, un ruolo così fisiologicamente preponderante ha comportato la subalternità dei comuni dell'hinterland i quali, se avessero occupato una posizione geografica diversa, avrebbero goduto - in ragione del proprio peso numerico - di un ruolo assai maggiore rispetto a quello che spetta loro oggi.

Ora l'occasione della ricostituzione dei confini della Città metropolitana di Roma crea senza dubbio un fermento che potrebbe alterare i limes antichi. Secondo il piano del governo, i Comuni dovrebbero comunicare entro il 28 febbraio 2014 il proprio intento di far parte o meno della Città. Ma due questioni sorgono spontanee: 1) cosa è questa Città Metropolitana? 2) Come potervi entrare se i comuni contigui non prestano il proprio consenso?

(In rosso le aree più metropolitane, in verde le aree completamente rurali)

1) La città metropolitana è definita come ente di secondo livello con funzioni istituzionali di programmazione e pianificazione dello sviluppo strategico, coordinamento, promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione. Essere un ente di secondo livello significa che l'elezione dei membri avverrà soltanto tra sindaci, tramite voto ponderato, ossia "pesato" per Comune. Oltre ad ereditare le funzioni delle Province, le Città metropolitane avranno funzioni di pianificazione territoriale generale, promozione dello sviluppo economico, mobilità e viabilità, ferme restando le competenze delle Regioni. Alla Città metropolitana vengono trasferiti patrimonio, risorse e personale della Provincia. Il sindaco metropolitano è il Sindaco della città capoluogo. Il Consiglio è costituito dai sindaci dei Comuni con più di 15 mila abitanti e dai presidenti delle Unioni dei Comuni con 10mila abitanti che si esprimono con voto ponderato. Per i primi tre anni ne fanno parte anche i presidenti delle Unioni di Comuni istituite per l'esercizio delle funzioni obbligatorie. Il Sindaco metropolitano può nominare un vicesindaco e consiglieri delegati. E prevista anche una conferenza dei sindaci dei comuni di tutta l'area metropolitana per approvare statuti e bilanci.

E' chiaro che una Città metropolitana strutturata in questa maniera fornisce sì degli strumenti piuttosto importanti agli organi decisionali, ma sottrae l'indicazione del sindaco al voto popolare e, anzi, lo rende succube del peso determinante dei comuni più popolosi. In altre parole, in una futura città metropolitana di Roma, al momento dell'elezione si prospetterà un quadro in cui il comune di Roma, per proprio conto o tramite l'appoggio di pochissimi comuni più pesanti, avrà la possibilità di scegliersi autonomamente il sindaco metropolitano, con la possibilità di imporre la propria politica sui comuni della Città, in temi quali le l'ambiente (e le discariche!), i trasporti e le strade, le linee di comunicazioni, le scuole etc. Quale vantaggio avrebbero quindi i comuni ad entrare nella Città Metropolitana? Se per alcuni la motivazione è logistica (Civitavecchia vorrebbe essere il porto di Roma, evitando la sfida con Fiumicino; Anguillara vorrebbe essere la città del lago per i romani in gita fuori porta; Ciampino e Fiumicino vorranno coordinare i propri aeroporti con la Capitale etc.) per altri comuni il rischio di vedersi fagocitati da Roma senza alcun vantaggio è altissimo. Comuni come Riano e dintorni rischierebbero di vedersi imporre l'antipatica etichetta di nuova Malagrotta di Roma.

2) Per evitare di creare una Città Metropolitana a macchia di leopardo, con dei confini più simili ad un disegno di un bambino dell'asilo che a dei contorni di un ente pubblico, la soluzione più ovvia è quella dell'adesione dinamica e conseguente dei comuni per fasce circolari. Cosa vuol dire? Vuol dire che entro una prima data soltanto i comuni della prima fascia che circonda Roma, contigui fisicamente alla Capitale, dovranno esprimere se far parte ad o no alla Città. Una volta comunicata la scelta, se nessun comune vorrà far parte della Città, questa si limiterà al Comune di Roma; in caso contrario, verranno i comuni che daranno il proprio assenso entreranno a far parte della Città. Ciò comporterà una la creazione temporanea di una nuova area della Città Metropolitana. A questo punto, i comuni confinanti con la nuova area (che non hanno già espresso precedentemente un parere negativo) dovranno esprimersi entro una data successiva alla precedente. Se non ci saranno adesioni di nuovi comuni, l'area si consoliderà; altrimenti si allargherà. E così via, fin quando tutti i comuni chiamati ad esprimersi danno parere negativo, oppure fin quando tutti i comuni della Provincia forniscono la propria comunicazione. In questo modo, si creerà un'area urbana coerente, non spezzettata ed unita.

A questo punto, cerchiamo di intuire quali possano essere le scelte date dai Comuni della Provincia di Roma. Come già scritto in precedenza, si può immaginare che alcuni comuni "che non hanno nulla da perderci" cederanno con consapevolezza la propria sovranità a Roma in cambio di un rapporto più stretto e in cambio di vantaggi strutturali importanti; altri comuni "che avrebbero tutto da perderci" cercheranno in ogni modo di fare blocco per evitare di diventare succubi di Roma in molte competenze importanti quali l'ambiente e le infrastrutture.

Ecco alcune mappe della futuribile Città Metropolitana di Roma Capitale

(Città Metropolitana in versione ridotta - clicca sull'immagine per ingrandire)

(Città Metropolitana in versione ampliata - in blu rimarrebbe la Provincia di Roma)

Ddl del Governo: Province svuotate, Città metropolitane da gennaio 2014

Dal sito de "Il Corriere"

Province senza poteri. È stato approvato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge che riguarda Città metropolitane, Province, Unioni e fusioni di Comuni e che ne rivede e ne svuota in parte i poteri in vista dell'abolizione dalla Carta Costituzionale.

Il provvedimento, in attesa di una eventuale riforma costituzionale prevede che «le province diventino enti territoriali di secondo livello». È quanto si legge nella bozza di ddl «recante disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di Comuni». La provincia cessa quindi di essere l'ente che è stato fino ad oggi e sarà guidato da organismi non eletti. «Sono organi delle province» esclusivamente: «il presidente della provincia, il consiglio provinciale e l'assemblea dei sindaci». «L'elettorato passivo è attribuito esclusivamente ai sindaci in carica nei comuni della provincia alla data dell'elezione». Del provvedimento aveva dato un'anticipazione nei giorni scorsi il ministro Delrio che aveva spiegato: «Nessun accorpamento dei territori provinciali, una provincia dei sindaci e razionalizzazione nelle funzioni e nella spesa». Il ddl passerà all'esame della Conferenza Unificata e, dopo quel vaglio, tornerà nuovamente al Consiglio dei ministri per il varo definitivo.



Città Metropolitane
Già previste nel nostro ordinamento fin dalla legge 142 del 1990, inserite nel Tuel e nella Costituzione ma mai veramente decollate, le città metropolitane sono pensate come enti di secondo grado ma potenziati per un riordino sistematico: la popolazione, i centri di ricerca, i sistemi produttivi più dinamici si concentrano già nelle grandi città.
Le Città metropolitane di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria si costituiscono già dal 1° gennaio 2014 per dar vita allo statuto e al 1° luglio 2014 diventano operative e vanno a sostituire le relative Province, ne assorbono le funzioni subentrandovi come enti di secondo grado. Per la Città metropolitana di Roma Capitale varrà una disciplina speciale. 
La Città metropolitana avrà funzioni istituzionali di programmazione e pianificazione dello sviluppo strategico, coordinamento, promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione. Oltre ad ereditare le funzioni delle Province, le Città metropolitane hanno funzioni di pianificazione territoriale generale, promozione dello sviluppo economico, mobilità e viabilità, ferme restando le competenze delle Regioni. Alla Città metropolitana vengono trasferiti patrimonio, risorse e personale della Provincia. Il sindaco metropolitano è il Sindaco della città capoluogo. Il Consiglio è costituito dai sindaci dei Comuni con più di 15 mila abitanti e dai presidenti delle Unioni dei Comuni con 10mila abitanti che si esprimono con voto ponderato. Per i primi tre anni ne fanno parte anche i presidenti delle Unioni di Comuni istituite per l'esercizio delle funzioni obbligatorie.
Il Sindaco metropolitano può nominare un vicesindaco e consiglieri delegati. E prevista anche una conferenza dei sindaci dei comuni di tutta l'area metropolitana per approvare statuti e bilanci.

lunedì 22 luglio 2013

Le città metropolitane nel mondo: Ungheria


La capitale dell'Ungheria è Budapest, unica vera città metropolitana. La suddivisione amministrativa dell'Ungheria la definisce quale territorio autonomo. Appartiene geograficamente alla provincia di Pest, di cui è anche capoluogo, ma amministrativamente non ne fa parte, sebbene detta provincia la circondi completamente. La popolazione della città metropolitana di Budapest è di 1,7 milioni di abitanti, su un territorio di 525 kmq. 

Le città metropolitane nel mondo: Austria


L'Austria, come la vicina Germania, è divisa in Lander, in stati federati. Uno di questi è la capitale, Vienna, che è del tutto autonoma dalla regione che la circonda, ossia la Bassa Austria. La città metropolitana di Vienna ha una popolazione di 1,7 milioni e una superficie di 414 kmq. Nel confronto con gli altri Lander austriaci, la città federata di Vienna è il primo territorio per popolazione.